Il DOC è un disturbo d’ansia il cui sintomo centrale è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, che occupano un tempo significativo della giornata (un ora o più al giorno) e interferiscono con le attività del quotidiano (lavoro, studio, vita di relazione, cura della casa o dell’igiene ecc.) creando una marcata sofferenza della persona e compromettendo il normale funzionamento sociale e lavorativo del soggetto.

Caratteristiche centrali del disturbo sono:

• la ripetitività, la frequenza e la persistenza della attività ossessiva;

• la sensazione che tale attività sia imposta (“non posso non farla altrimenti potrebbe verificarsi qualcosa di terribile”) e compulsiva.

Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini che insorgono improvvisamente nella mente e che vengono percepiti come:

·      intrusivi (ovvero la persona ha la sensazione che “irrompano da soli” o che siano indipendenti dal flusso di pensieri che li precede);

·      fastidiosi (ovvero la persona per il contenuto o per la frequenza sperimenta disagio);

·      privi di senso (ovvero la persona ha la sensazione che siano irrazionali, esagerati o comunque non giustificati o poco legati alla realtà presente).

Tali pensieri intrusivi sono ricorrenti (ovvero si ripresentano alla mente con frequenza) e/o persistenti (ovvero occupano la mente in modo duraturo e continuo).

La persona con DOC vive con sofferenza e disagio la presenza di questi pensieri perché spesso occupano una grande parte della giornata e non le lasciano spazio per dedicarsi ad altro, rendendola esausta. Un ulteriore motivo di sofferenza è rappresentato dal contenuto delle ossessioni: le idee e i pensieri ossessivi sono minacciosi e creano ansia perché riguardano il timore di essere esposti a un pericolo (“potrei infettarmi”, “potrei far danneggiare mia figlia”, “potrebbe esplodere la casa e tutto il palazzo”) e di essere in qualche modo responsabili e colpevoli di tale pericolo, ovvero di rendersi persone immorali, cattive o pericolose (“sarebbe colpa della mia superficialità”, “non ho fatto quando in mio dovere per proteggere i miei famigliari”).

La seconda grande categoria di sintomi sono le compulsioni o rituali. Consistono in azioni mentali e comportamentali che si manifestano in risposta alle ossessioni e che ne rappresentano un tentativo di soluzione; di solito sono seguite da un senso sollievo dal disagio causato dalle ossessioni, seppure un sollievo solo temporaneo. Ad esempio, lavare continuamente le mani come risposta all’ossessione “le mie mani sono piene di germi pericolosi”, è un tentativo di allontanare il problema della temuta contaminazione; evitare di toccare le maniglie delle porte o portare i guanti rappresentano un tentativo di prevenire la ricomparsa del pensiero di essere contaminato.

Chi soffre del disturbo di solito nasconde le proprie preoccupazioni: percepisce i suoi comportamenti e pensieri come assurdi e inquietanti e se ne vergogna. Espressioni frequenti in chi soffre di DOC sono: “Non capisco perché mi comporto in questo modo”, “Forse sto diventando matto!” o “Se le persone sapessero che ho questi pensieri mi prenderebbero per pazzo!”.

Una grande parte della sofferenza di chi soffre di DOC dipende proprio dal fatto di rendersi conto della esagerazione o irrazionalità dei propri timori e dei propri comportamenti; questa consapevolezza spinge a contrastare ossessioni e compulsioni, con effetti che generalmente aggravano i sintomi e la sofferenza.

Il DOC si manifesta con sintomi e fenomeni eterogenei:

-       Disturbo ossessivo compulsivo da controllo (controlli ricorrenti per il timore di aver fatto qualcosa di sbagliato o di aver danneggiato qualcuno: “devo controllare ripetutamente di aver chiuso il gas per evitare di far esplodere la casa”)

-       Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione (timore di essere contagiati o contaminati dal contatto: “devo lavarmi le mai di continuo per evitare di prendere batteri o malattie toccando oggetti che sono stati già toccati da altri”)

-       Disturbo ossessivo compulsivo da accumulo (accumulo di materiali spesso insignificanti e deperibili “non posso gettare via questi oggetti perché in futuro mi potrebbero servire)

-       Disturbo ossessivo compulsivo da ordine e simmetria (mantenere oggetti in modo simmetrico e preciso: “tutto deve essere a posto, in ordine perchè il disordine mi dà fastidio”)

-       Disturbo ossessivo compulsivo da superstizione eccessiva (pensieri superstiziosi portati all’eccesso: “devo ripetere certi gesti/compiere determinate azioni altrimenti potrebbe accadere qualche disgrazia”)

-       Ossessioni pure (ossessioni senza la componente rituale o compulsiva; è presente il timore del verificarsi di situazioni altamente improbabili che però sarebbero intollerabili per la persona; possono essere a sfondo religioso, sociale o sessuale: “potrei fare del male a qualcuno a cui tengo, potrei diventare pedofilo…)

Il DOC presenta implicazioni dal punto di vista sociale, personale (il disturbo riduce notevolmente le capacità di realizzazione esistenziale, riflettendosi negativamente anche sulla qualità e sulla durata delle relazioni amicali e affettive) e relazionale (la persona può avere sintomi cosi pervasivi da diventare invalidanti non solo per sé, ma anche da impedire il normale funzionamento della vita dei familiari). 

Le linee guida internazionali indicano nella terapia farmacologica e nella terapia cognitivo-comportamentale i trattamenti più efficaci.

La terapia cognitivo-comportamentale è finalizzata a breve termine a ridurre la quantità e la frequenza dei sintomi e, più a lungo termine, a rendere il soggetto meno vulnerabile ai temi e ai meccanismi cognitivi che hanno contribuito alla genesi e al mantenimento del disturbo.